CONVERGENZADI PROGRAMMI DIVERGENZA D'OPINIONI

Imprenditori, amministratori, consulenti finanziari ed alti funzionari bancari, in un clima di massima attenzione e ventilata curiosità hanno esposto i propri punti di vista, le proprie idee, le valutazioni temporanee e maturandi consigli per il futuro sullo spinoso problema dell’ euro, della crisi ad esso collegata nonché sulle opportunità del mercato svizzero per le nuove attività com- merciali, tema dominante del pomeriggio di lavoro.
Andrea Millacci, analista finanziario della Julius Baer Bank di Lugano, ha parlato del deprezzamento dell’euro ponendo l’accento sulla crisi che, inesorabilmente, si allarga ad altri grandi paesi del territorio dell’euro, con un paventato rischio di monetizzazione del debito pubblico che, da remoto, potrebbe diventare più concreto.
Per Millacci, la Germania rappresenta quasi l’ago della bilancia sui cui gravano programmi e progetti futuri dell’Europa, poiché la riforma varata dal governo tedesco tende a riequilibrare un’economia fondata, attualmente, sull’indebolimento dell’euro.
Se la Grecia, come si delinea ed auspica, potrà essere salvata dagli altri paesi dell’ eurozona, ciò non può certo valere, ancora, per l’imponente debito pubblico di Spagna, Portogallo e Italia.
A quel punto, sorge il dubbio che la Banca Centrale Europea sia costretta a monetizzarlo, incutendo il timore che l'inflazione derivante da siffatta decisione potrebbe deprezzare ulteriormente l’euro.
Ma tenuto conto che tale configurazione metterebbe a serio repentaglio la stabilità dei prezzi nell’eurozona, e rappresente- rebbe uno smisurato trasferimento di risorse dai paesi forti dell’euro a quelli deboli, è uno scenario assai improbabile.
Alfonso Tour, consulente finanziario di documentata fama fornisce una spiega- zione dalle linee oltranziste e scissioniste.
Egli, in merito al deprezzamento dell’euro, giunge ad intravedere il timore di una spaccatura dell’Eurosistema, pressoché uno scenario sino a poco tempo fa impensabile, tenuto conto degli sforzi dei governi per accogliere nuovi paesi membri.
Proprio per non essere chiamati, virtualmente e concretamente, a contribuire alle finanze dei paesi deboli del territorio dell’euro con la monetizzazione del debito, qualche paese forte potrebbe spingere quello più debole fuori dall’Eurosistema, o magari decidere, esso stesso paese, di uscire dall’area.
L’economista si spinge oltre e vede nella Germania uno degli stati che potrebbero adottare tali, estreme, misure.
Ovviamente trattasi di uno scenario drammatico, in quanto la ridefinizione dei confini della moneta unica difficilmente potrebbe consumarsi senza impressionanti scossoni, quasi planetari.
L’alto funzionario della Julius Baer Bank, Pietro Cioffi ha sottolineato le smisurate risorse del potente istituto bancario ponendo l’accento sulle possibilità effettive che un patrimonio stimato in oltre 170 miliardi di franchi svizzeri rappresenta una garanzia rara per gli investimenti.
Fabio Gaggini, avvocato e consulente finanziario luganese, ha illustrato con estrema chiarezza gli innumerevoli vantaggi a favore delle imprese che intendono investire sul territorio svizzero ed in modo particolare nel Canton Ticino, autentica spina dorsale della produttività futura.
Fernando Catalano, Presidente di Assoii-Suisse, infine, nel suo marcato intervento ha sottolineato gli attuali risvolti della crisi e, spinto da sano ottimismo, frutto di mesi di mesi e mesi di lavoro a stretto contatto con le imprese associate, ha suggerito le linee tematiche su cui poggiare programmi ed iniziative tesi a coordinare un sistema che produca ricchezza ed occupazione sul territorio svizzero e non solo.
Il rispetto delle regole, la sinergia dei piani lavorativi, i sani investimenti ed uno sforzo comune palesato, tra l’altro, dai relatori che lo hanno preceduto sono per il Presidente Catalano i punti cardinali da cui partire per raggiungere l’unico centro possibile, agognato da tutti, amministratori, consulenti politici ed imprenditori, ossia la reale possibilità di offrire ai posteri un’economia sana e duratura, priva di effetti collaterali che danneggino la persona, le risorse e l’ambiente.