"DALLA VALIGIA DI CARTONE ALL'IMPRESA. NOI DI ASSOII-SUISSE"

Il 6 luglio 2010 alle ore 13.30, nella sala del Mappamondo della Camera dei deputati, si è tenuta la presentazione del libro "Dalla valigia di cartone all’impresa noi di Assoii Suisse" di Fernando Catalano, un'opera autentica, senza remore, sulle vicissitudini che hanno contrassegnato parte dell’emigrazione italiana a partire dagli anni dell’Unità. Tale iniziativa promossa dall’On. Antonio Razzi, deputato eletto nella circoscrizione all'Estero Europa, il quale, nel corso della presentazione, ha lasciato trasparire cenni di emozione essendo anche lui uno dei tanti che ha vissuto in prima persona il fenomeno emigrazione.
L'Onorevole è intervenuto raccontando alcune sue personali esperienze affrontate con coraggio e spirito d'iniziativa come molti dei personaggi presenti nell'opera di Fernando Catalano. Inoltre ha anche potuto sottolineare alcuni dati importanti che riguardano gli immigrati italiani come, per esempio il fatto che gli italiani residenti all’estero che hanno conservato la cittadinanza sono 3.915.767 e di questi quasi la metà, circa il 47%, sono donne.
Inoltre ha sottolineato che il Paese con più italiani è la Germania seguita dall’Argentina e dalla Svizzera, dove gli italiani all’estero sono circa 60 milioni. Per questo motivo, per Pasquale Gatta, assistente dell’On. Berardi, si può parlare di una sorta di "Altra Italia" su cui dobbiamo volgere lo sguardo.
"L’autore ci ha fatto dono di uno strumento prezioso per poter comprendere questa realtà storica e permette anche ai giovani studenti di capire che l’Italia è un Paese presente su tutto il pianeta Terra, cosa che pochi altri possono vantare" ha aggiunto Pasquale Gatta.
L’On. Jean Touadì ha precisato che il rapporto con le nuove generazioni è un tema di importanza centrale, durante la presentazione ha puntualizzato che una comunicazione sbagliata con i giovani potrebbe condurre al rischio di segare l’albero della memoria. Ha osservato Touadì "questo libro, ci dà informazioni, date, circostanze e luoghi che hanno segnato l’emigrazione italiana; é un opera circostanziata dal punto di vista storico: ad ogni ondata di emigrazione, infatti, l’autore fa corrispondere il relativo contesto storico.
È un'opera piena di ricordi, dolori e vicende interessanti come la condanna di Sacco e Vanzetti, ma anche di storia e speranza. Questo libro - ha concluso l'Onorevole - é una pietra in più nella costruzione di quel monumento che è la memoria, necessaria per la costruzione dell’identità".
"Riconsiderare e valorizzare!" dice invece l’On. Gianni Farina, Parlamentare del PD, secondo il quale la storia dell’emigrazione dovrebbe essere insegnata come materia obbligatoria in tutte le scuole della Repubblica Italiana. "Io sono italiano ma ho sempre vissuto nel mondo, in particolare in Svizzera e mi considero un patriota di tanti paesi" ha aggiunto l'On. Farina.
Presente anche l'autore del libro, Fernando Catalano che ha spiegato i suoi intenti in questi termini: "Ho voluto raccontare parte della storia dell’emigrazione italiana perché noi italiani all’estero siamo molto vicini ai connazionali, riusciamo a soffrire e gioire, senza distacco, ma solidali con chi combatte contro ogni tipologia di problemi quotidiani, anche quelli più estremi. Il bagaglio che ci ha donato la nostra Italia ha fatto sì che oggi un gran numero di emigrati sono diventati degli apprezzati imprenditori, orgogliosi del coraggio di chi li ha preceduti nei vicoli dell’integrazione tanto sospirata ed infine raggiunta".
L’autore Fernando Catalano si è poi rivolto all’On. Antonio Razzi dicendogli che "l’Italia ha bisogno di gente come lei che, con umiltà e dedizione, è sempre pronto a dare una mano ai suoi connazionali all’estero e rendere possibile tutto questo". Infine Fernando Catalano non ha dimenticato di ringraziare parlamentari, giornalisti, invitati e tutti quelli che hanno contribuito alla pubblicazione dell libro "Dalla valigia di cartone all’impresa noi di assoii-Suisse" ed ha concluso con una celebre frase di Oscar Wilde: "La felicità non é quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha".